Bassi consumi di frutta: solo il 7% degli Italiani consuma 5 porzioni di frutta e verdura al giorno - Frullà - La frutta sempre con te

Bassi consumi di frutta: solo il 7% degli Italiani consuma 5 porzioni di frutta e verdura al giorno

Categoria: Formato famiglia

Nel 2006 L’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha avviato la campagna di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) il cui obiettivo principale è indagare lo stato di salute generale della popolazione adulta italiana (18-69 anni).

La raccolta dei dati avviene tramite indagini campionarie che hanno come temi i più svariati aspetti della vita quotidiana delle persone oggetto della rilevazione: la sedentarietà, il sovrappeso, il consumo di fumo e alcolici, il controllo del rischio cardiovascolare, l’adozione di misure di sicurezza per prevenzione degli incidenti stradali, la copertura vaccinale, il benessere psicologico e molti altri temi legali alla salute dell’individuo a 360°.

Fra i temi indagati spicca un dato interessante: in Italia, nonostante si tratti del paese considerato la culla della dieta mediterranea riconosciuta come patrimonio UNESCO, si segue una dieta troppo povera di frutta e verdura.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda un consumo giornaliero di 400-500 grammi di frutta e verdura, corrispondente a circa cinque porzioni (five a day). Un regime alimentare di tipo mediterraneo, ricco di frutta verdura, cereali, legumi e povero di sodio, di zuccheri complessi e di cibi di origine animale, è favorevole non solo a un buono stato di salute ma anche in linea con il rispetto dell’ambiente.

Contrariamente alle raccomandazioni, dalle ultime rilevazioni del biennio 2022-2023 risulta che poco più della metà delle persone di 18-69 anni (52%) abbia consumato giornalmente 1-2 porzioni di frutta o verdura, il 38% ne abbia mangiate 3-4 porzioni, mentre appena il 7% ne ha consumata la quantità raccomandata dalle linee guida per una corretta alimentazione. C’è inoltre una piccola quota di persone (3%) che ha dichiarato di non consumare né frutta né verdura.

Si tratta quindi di un’abitudine che coinvolge poche persone (più frequentemente donne), non superando mai il 9% neppure nei gruppi che ne fanno un maggior consumo.

Fonte: Sorveglianza Passi ISS

Secondo l’Ismea (Istituto per i Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) nel 2022 ogni italiano ha comprato 126 chili di ortofrutta per una spesa di 313 euro: circa 345 grammi a testa al giorno che equivalgono a una parte edibile di meno di 270 grammi, ben lontani dai 400-500 grammi considerati la porzione ideale giornaliera. Nel 2000 gli italiani acquistavano un etto in più di frutta e verdura fresca al giorno, cioè 361 grammi a testa, mentre negli anni Settanta il consumo pro capite era di 202 chilogrammi l’anno, oltre 550 grammi al giorno.

È ormai noto a tutti come una corretta alimentazione sia un elemento fondamentale nella prevenzione dell’insorgenza di numerose malattie e nel controllo di malattie preesistenti.

Ma quindi perché gli italiani consumano sempre meno frutta e verdura?

Le motivazioni possono essere diverse:

  1. L’aumento dei prezzi dovuto a forte siccità alternata a precipitazioni estreme: il consumo di frutta e verdura sembra infatti maggiore tra le persone senza difficoltà economiche. Gli italiani non ci rinunciano, ma riducono gli acquisti.
  2. L’attenzione agli sprechi alimentari causati dalla deperibilità dei prodotti: secondo l’Osservatorio Waste Watcher International fra i cibi che più spesso finiscono nella pattumiera ci sono frutta fresca, pane, verdure, insalate, patate, aglio e cipolla. Questo porta le persone a scegliere prodotti già pronti o surgelati che hanno dalla loro parte la lunga conservabilità e una ridottissima produzione di scarto.
  3. La comodità d’uso: le modalità e i luoghi di consumo del cibo sono cambiati. La maggior parte delle persone si trova a consumare i propri pasti fuori dalle mura domestiche. Il consumo e la conservazione di frutta e verdura freschi risultano quindi spesso difficili in questi contesti.
  4. Il gusto: secondo l’antropologo e divulgatore scientifico Marino Niola il fallimento delle campagne di divulgazione sulla sana alimentazione è legato al fatto che il cibo viene trattato come mero nutrimento ignorandone completamente l’aspetto edonistico. “’L’uomo, a differenza degli altri animali, non mangia solo per restare in vita: cibo vuol dire gusto, piacere, convivialità, cultura” le parole di Niola. Per questo i consumatori cercano prodotti che li appaghino anche da questo punto di vista. “… i cibi sani saranno consumati di più solo se saranno anche buoni, perché non si può prescindere dal gusto e dal piacere che il cibo dà” conclude l’antropologo.

Per favorire il consumo di frutta e verdura in questo contesto si è assistito ad un aumento dei prodotti a base di frutta e verdura, già porzionati, che semplificano il consumo di questi alimenti fuori casa senza prescindere dal gusto: zuppe monoporzione, insalate pronte, macedonie di frutta pre-tagliata, pouch e vaschette di polpa frutta pastorizzata, frullati e smoothies disponibili sia freschi che a temperatura ambiente, frutta disidratata senza zuccheri aggiunti, snack salati a base di legumi e verdure, prodotti a base vegetale, dessert, ecc.

In particolare le polpe di frutta in vaschetta o in busta sono recentemente state promosse da alimento per la prima infanzia, o peggio “da ospedale”, a merenda gustosa alternativa ad un succo di frutta o uno snack ultra processato. Hanno quindi trovato spazio in scaffali diversi da quelli specializzati per la prima infanzia, posizionandosi prevalentemente nel reparto ortofrutta vicino al corrispettivo fresco.

A differenza di quello che molti pensano esistono polpe di frutta senza zuccheri aggiunti che contengono quindi solo gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta.

Il trattamento che subisce la frutta è semplice: la frutta viene raccolta, lavata, denocciolata, sbucciata, macinata e setacciata per ottenere una purea che viene poi confezionata e pastorizzata per permetterne la conservazione fuori frigo per molto tempo senza alcuna alterazione né del gusto né della composizione del prodotto.

Di seguito il confronto fra i valori nutrizionali di una purea di frutta 100% mela e una mela fresca privata della buccia:


Confronto fra valori nutrizionali di Frullà Bio 100% Mela e i dati ottenuti dalla tabella di composizione degli alimenti: Mele, fresche, senza buccia del CREA

Com’è possibile notare i valori nutrizionali non vengono eccessivamente alterati passando dal frutto fresco alla polpa pastorizzata.

Le polpe di frutta non possono rappresentare ovviamente un totale sostituto della frutta fresca, il cui contenuto in vitamine, fibre e acqua è generalmente più alto rispetto a quello delle polpe di frutta, ma possono essere consumate come un’alternativa semplice in situazioni in cui il consumo e la conservazione della frutta fresca risulterebbero complessi (ad esempio fuori casa) oppure un modo diverso di consumare frutta per quei soggetti che hanno difficoltà, per svariate ragioni, a consumare la frutta tal quale.

È importante sottolineare che un consumo di circa 600 grammi di frutta e verdura al giorno porterebbe ad una riduzione di oltre 135.000 decessi, 1/3 delle malattie coronariche e l’11% degli ictus.

FONTI:

https://www.epicentro.iss.it/passi/dati/frutta

https://informatorecoopfi.it/argomenti/consumi/cala-consumo-frutta-verdura/

https://www.sprecozero.it/wp-content/uploads/2024/02/WWI24_5feb_Presentazione_Web.pdf

https://www.alimentinutrizione.it/tabelle-nutrizionali/007110

https://www.italiafruit.net/solo-il-7percent-degli-italiani-consuma-5-porzioni-di-frutta-e-verdura-al-giorno

 

Tags: frutta e verdure polpa di frutta e verdure senza zuccheri aggiunti


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